Tim conferma il suo ricorso contro la Consob che ha stabilito il controllo da parte di Vivendi. Su questo fronte sembra ricomporsi la presa di distanza dei consiglieri indipendenti: la votazione ha visto infatti quasi tutti favorevoli e il voto contrario solo della professoressa Lucia Calvosa e l'astensione di Francesca Cornelli. In gioco, più che i tecnicismi della composizione dei comitati o le procedure con parti correlate, ci sarebbe un tema di credibilità.
Il prossimo appuntamento sarà il 28 settembre, mentre prima, forse già venerdì prossimo secondo indiscrezioni si stampa, dovrebbe riunirsi il comitato nomine che in merito alle questioni di governance ha sia il compito di valutare la lista dei candidati al ruolo di a.d che una eventuale nomina di Amos Genish in cda.
La partecipazione di Vivendi in Tim "deve essere qualificata come una partecipazione di controllo di fatto ai sensi dell'art. 2359 del codice civile e dell'art. 93 del TUF, oltre che della disciplina in materia di operazioni con parti correlate" ha stabilito la Commissione e Tim, solidale al suo azionista ha rilevato che "si discosta in maniera rilevante dalla consolidata interpretazione in materia di controllo societario, cui TIM e il mercato intero, si è sempre costantemente e rigorosamente attenuta".
Per Asati, l'associazione che raggruppa molti piccoli azionisti di Tim, nessuna "rappresaglia che preluda a una compensazione tra i due Paesi per interessi in conflitto", facendo riferimento alle tensioni tra Italia e Francia sul controllo di Stx ma "un atto dovuto". Per Vivendi, potrebbe portare al consolidamento dei risultati TIM, decisione che spetta però alla AMF che ha chiesto chiarimenti al gruppo francese.
Intanto la decisione della Consob che stabilisce il controllo di Vivendi, per quanto non venga recepita diretta nel corposo dossier, appare un vero e proprio assist al Governo impegnato nell'istruttoria sulla possibilità di esercitare la golden power. Secondo indiscrezioni di stampa, il governo pare intenzionato a imporre la cessione di Sparkle, mentre è improbabile che intervenga sulla rete fissa.
Il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda - che ha annunciato il possibile arrivo di altri 3,5 miliardi per favorire l'accelerazione di investimenti sulla fibra - a margine di una iniziativa ha Roma, ha chiuso con una battuta caustica i rumors sull'ipotesi di scorporo della rete e fusione con Open Fiber: "Addirittura! Tutto il ciclo abbiamo già fatto?".
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